Architettura

Architettura giapponese: il Metabolismo e i suoi 5 migliori esempi

Silvia Lugari12/11/2025
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"L'architettura non è arte permanente, qualcosa di completo e fisso, ma piuttosto qualcosa che cresce nel futuro, si espande, si rinnova e si sviluppa."

Il concetto espresso dall'architetto Kisho Kurokawa riassume efficacemente il punto di vista che ha accompagnato i progettisti del Metabolismo giapponese, un movimento architettonico nato tra la fine degli anni '50 e gli anni '60, durante la fase di ricostruzione post-bellica caratterizzata da una rapida crescita urbana e una forte innovazione tecnologica.

Nascita del Metabolismo giapponese e i suoi maggiori esponenti

In natura, il metabolismo è un complesso di reazioni biochimiche sintetiche che permettono agli organismi viventi di crescere, rinnovarsi e mantenersi. Il termine è entrato nell'uso quotidiano in senso figurato, per descrivere la trasformazione nel tempo, in particolare in relazione ai cambiamenti e alle sostituzioni degli elementi costitutivi. Applicato all'architettura, questo significava concepire edifici e città come organismi viventi, capaci di cambiare, adattarsi e rigenerarsi nel tempo.

Il termine 'Metabolismo' (メタボリズム,Metaborizumu) fu proposto da Kiyonori Kikutake, uno dei membri fondatori del movimento, durante la World Design Conference di Tokyo nel 1960. In questa occasione, furono espresse posizioni in contrasto con i principi del Movimento Moderno, che all'epoca era considerato al termine del suo percorso; le idee dei Metabolisti erano ritenute troppo dinamiche per la visione urbana statica del modernismo.

Alla fine della conferenza, il gruppo pubblicò il manifesto intitolato 'Metabolism 1960: The Proposals for New Urbanism'. Oltre a Kikutake, il gruppo fondatore includeva Kenzo Tange (mentore e figura centrale), Kisho Kurokawa, Fumihiko Maki, Masato Otaka, e Noboru Kawazoe (critico e teorico, e autore principale del testo).

5 Caratteristiche per riconoscere il Metabolismo giapponese

Japanese Metabolism InPost 1

Moduli prefabbricati "plug-in"

Elementi abitativi o funzionali progettati per essere fabbricati in stabilimento e poi collegati a una struttura principale. Questo approccio permetteva l'espansione, la sostituzione o la riconfigurazione senza richiedere una demolizione completa.

Nucleo strutturale portante centrale

Molti edifici metabolisti presentano un "tronco" stabile - spesso in cemento armato - da cui si diramano unità modulari, simili a cellule o arti.

Espandibilità nel tempo

I progetti erano concepiti come "incompleti" o in evoluzione: ogni edificio o città era progettato per crescere e trasformarsi in risposta alle esigenze future, in linea con lo sviluppo sociale.

Ibridazione tra natura e tecnologia

L'architettura metabolista fondeva forme organiche e ingegneria, traendo ispirazione dai processi biologici mentre massimizzava l'uso delle tecnologie industriali disponibili.

Estetica funzionale e futuristica

Linee angolari, ripetizione geometrica, capsule visibili e materiali esposti (come acciaio, cemento e vetro): il risultato era un aspetto "tecno-organico", che riecheggiava una visione utopica del futuro urbano.

I 5 esempi più iconici del Metabolismo giapponese

La visione condivisa degli architetti metabolisti giapponesi era di concepire città ed edifici come organismi viventi: modulari, adattabili ed espandibili. Il loro obiettivo era promuovere la flessibilità e la sostenibilità, permettendo all'architettura di evolversi organicamente nel tempo. Questi sono gli esempi più rappresentativi di questo movimento:

Nakagin Capsule Tower – Kisho Kurokawa

Il simbolo definitivo del Metabolismo, completato nel 1972 nel quartiere Ginza di Tokyo, rimane una delle espressioni più chiare e radicali del movimento. La torre consisteva in 140 capsule prefabbricate attaccate a due nuclei in cemento armato utilizzando bulloni ad alta resistenza. Realizzate in acciaio rivettato, le capsule presentavano una disposizione compatta con interni minimali e una caratteristica finestra circolare, incarnando un'estetica industriale. Nonostante il suo valore iconico, la mancanza di manutenzione ha portato a un progressivo deterioramento strutturale, culminando nella sua demolizione nel 2022. Alcune capsule sono state accuratamente smontate, restaurate e trasferite in musei - come il Museum of Modern Art (MoMA) di New York - o donate a collezionisti e istituzioni culturali.

Shizuoka Press and Broadcasting Center – Kenzo Tange

Completato nel 1967, lo Shizuoka Press and Broadcasting Center è stata la prima realizzazione concreta di un concetto di nucleo centrale, attorno al quale sono disposti moduli prefabbricati - in questo caso, per ospitare spazi ufficio. La struttura è organizzata attorno a un nucleo portante circolare, con 13 unità modulari attaccate. Sebbene fosse progettato per future espansioni, l'edificio è rimasto largamente invariato. Ciononostante, rimane una testimonianza della visione di una città in "evoluzione organica", ed è uno dei pochi edifici metabolisti ancora in funzione oggi, preservato attraverso una manutenzione continua.

Sky House – Kiyonori Kikutake

Una residenza privata sperimentale situata a Tokyo e completata nel 1958, la Sky House di Kiyonori Kikutake è considerata una delle opere precorritrici del Metabolismo giapponese, essendo stata costruita due anni prima della pubblicazione ufficiale del manifesto del movimento. Il progetto incarna pienamente i principi metabolisti: una piattaforma abitativa elevata dal suolo su quattro pilastri in cemento armato, concepita come un nucleo fisso e permanente a cui potevano essere attaccati o sostituiti moduli abitativi mobili, adattandosi nel tempo ai cambiamenti della famiglia o alle più ampie trasformazioni sociali. L'edificio ha subito diversi restauri mantenendo la sua struttura originale; rimane di proprietà della famiglia Kikutake ed è ancora utilizzato come abitazione privata.

Marine City – Kiyonori Kikutake

Sebbene non sia mai stata realizzata, Marine City rimane un potente simbolo del Movimento Metabolista. Progettata da Kikutake nei primi anni '60, il progetto immaginava una città utopica galleggiante: piattaforme modulari, infinitamente espandibili sul mare - un sogno urbano di crescita illimitata e una perfetta metafora del metabolismo urbano.

Yamanashi Culture Hall – Kenzo Tange

Situato a Kōfu, nella Prefettura di Yamanashi, lo Yamanashi Press and Broadcasting Center - progettato da Kenzo Tange e completato nel 1966 - era originariamente destinato a ospitare una tipografia, una stazione radio e una stazione televisiva. Architettonicamente, l'edificio si distingue per le sue 16 colonne cilindriche in cemento armato, ciascuna del diametro di 5 metri, che fungono da elementi portanti e ospitano sistemi verticali come ascensori, scale e servizi meccanici. Attorno a queste colonne si sviluppavano spazi modulari e indipendenti, concepiti come unità facilmente sostituibili o espandibili. Strutturalmente, l'edificio faceva uso della prefabbricazione e di un sistema portante innovativo per l'epoca, che permetteva grande flessibilità nella disposizione interna e facilitava futuri adattamenti. Oggi, rinominato Yamanashi Cultural Hall, continua a funzionare come sede culturale e spazio uffici per emittenti locali.

Il Metabolismo ha ridefinito l'idea stessa di architettura e pianificazione urbana: non più come monumenti eterni, ma come organismi in costante trasformazione. Sebbene molti progetti non siano mai stati realizzati o siano stati alterati, la loro eredità teorica e visiva rimane viva. Oggi, di fronte a sfide come il cambiamento climatico e la rapida urbanizzazione, i principi metabolisti di modularità, sostenibilità e adattabilità sono più rilevanti che mai.

Team editoriale dormakaba

Silvia Lugari

Silvia Lugari

Silvia Lugari si occupa di placemaking e pianificazione di eventi per gli spazi rigenerati della Manifattura Tabacchi a Firenze. Dopo essersi laureata in Architettura presso l'Università di Firenze, per oltre dieci anni ha organizzato eventi culturali e viaggi per architetti, collaborando con le riviste 'Casabella' e 'The Plan'.

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