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Come implementare un modello di sicurezza fisica di successo nella Supply Chain degli ospedali

Cup, Measuring Cup, Jar

Il sistema della supply chain del settore sanitario è poco conosciuto perché scorre dietro le quinte nella maggior parte dei sistemi sanitari. Solo quando si verifica un’interruzione di quel flusso, la supply chain sanitaria viene messa in primo piano: si crea così un’urgenza, che in realtà potrebbe essere calmierata da un modello di sicurezza fisica ben definito come quello dell’ambiente di lavoro.

Quando i professionisti non dispongono delle forniture essenziali di cui hanno bisogno per fornire assistenza ai pazienti, a causa di una carenza, di un esaurimento delle scorte o di un bug nelle catene di approvvigionamento ospedaliere, il trattamento può essere interrotto o ritardato. Questo può causare, nell’ipotesi peggiore, anche la morte stessa del paziente.

Sul piatto della bilancia si deve mettere anche la crescita di minacce alla sicurezza come furti, atti vandalici e accessi non autorizzati: ecco perché diventa fondamentale che gli ospedali adottino una strategia completa di sicurezza. Ma come fare a implementare un modello di sicurezza fisica che abbia successo? Come verificare una valutazione del rischio che possa aiutare a sviluppare un buon piano di sicurezza?

Ecco qualche informazione utile per rafforzare il proprio framework di sicurezza all’interno del mondo sanitario, partendo dai componenti chiave fino ad arrivare alle misure efficaci da implementare.

Introduzione alla sicurezza fisica negli ospedali

La sicurezza fisica è un aspetto critico della gestione ospedaliera, che contribuisce in modo significativo al benessere generale di tutti i soggetti coinvolti. La vulnerabilità, d’altronde, in contesti simili è concreta: il flusso costante di persone, l’elevato traffico e la carente disponibilità di forniture mediche crea una situazione complessa da gestire sempre al meglio.

Ma nell’analisi generale si deve tenere conto di quanto una struttura ospedaliera sia complessa, non solo nella gestione ma anche nella sua complessità interna: l’approvvigionamento ospedaliero, comprese le apparecchiature mediche e i prodotti farmaceutici, si uniscono ai dati (sensibili) dei pazienti e alla sicurezza strutturale. Tutto ciò può essere controllato? E se sì, come?

Condurre una valutazione completa del rischio

Le minacce alla sicurezza informatica e i problemi di conformità sono due dei rischi più impattanti per il settore sanitario. Lo scorso anno il settore sanitario ha dovuto fare i conti con un aumento di quasi il 60% degli attacchi ransomware e ha registrato il costo medio più elevato per violazione dei dati.

Proprio per questo motivo, è impensabile non fare una valutazione annuale del rischio negli ospedali e in tutte le strutture sanitarie, perché fornisce un approccio metodico alla classificazione e all’identificazione, definendo così delle priorità e mitigando il rischio.

Strategie di controllo degli accessi

La prima cosa da verificare, gestire e organizzare è il sistema di controllo degli accessi. Attraverso sistemi ad hoc, è possibile regolare il controllo accessi a diverse aree, assicurando che solo il personale autorizzato possa entrare in aree sensibili come le stanze dei pazienti, i laboratori e le farmacie interne. Ma anche nelle camere operatorie e nelle stanze con attrezzature mediche importanti.

Grazie a questo controllo, non solo si impedisce l’accesso non autorizzato, ma si protegge anche la privacy e le informazioni mediche dei pazienti. Come predisporlo al meglio? Grazie a tecnologie avanzate che monitorano varie aree all’interno dell’ospedale. Le telecamere di sicurezza, posizionate in modo strategico, fungono da deterrente per potenziali minacce e forniscono un monitoraggio in tempo reale. 

Perché non strutturare poi una gerarchia di accessi tra pazienti e dipendenti? L’utilizzo di pin, della tecnologia biometrica con la scansione delle impronte digitali o dell’occhio, ad esempio, avrebbero un livello di sicurezza sicuramente più elevato. Ma basterebbero anche tessere tap-and-go con autenticazione a due fattori o scanner biometrici.

Inoltre, potrebbe essere utile tornare al tipico monitoraggio in voga durante la pandemia, quello attraverso gli scanner a immagini termiche per monitorare la temperatura. Questi dispositivi riescono anche a controllare gli accessi o possono essere utilizzati per proteggere i farmaci sensibili alle alte temperature.

Sistemi di sorveglianza e monitoraggio

Per la parte relativa alla sorveglianza e al monitoraggio, focus sui pulsanti antipanico che possono aiutare i gruppi sicurezza a rispondere celermente durante gli incidenti. Se collegati a dei video, possono anche allertare direttamente la sicurezza o addirittura le forza dell’ordine. Spostamenti di pazienti, porte aperte, movimenti strani possono essere immediatamente controllati.

Se dribbliamo l’attenzione sulle forniture ospedaliere, i tag RFID (tag di identificazione a radiofrequenza), potrebbero svolgere una funzione di inventario e nello stesso tempo essere identificativi e tracciabili per un eventuale furto o uso improprio.

Barriere fisiche e infrastrutture di sicurezza

Non tutti gli ospedali possono considerarsi completamente senza barriere architettoniche, le stesse che durante un’emergenza possono davvero diventare un problema. Se il loro abbattimento non viene previsto all’interno dei lavori delle strutture stesse, l’unico modo per abbassare il loro livello di criticità è quello di monitorarle con elementi specifici che possano allertare subito la sicurezza.

L’eventuale progettazione di infrastrutture di sicurezza completamente agibili per tutti, abilitate ad un controllo di sicurezza preciso e concreto, dovrebbe rientrare nel budget annuale. Da non sottovalutare anche la progettazione di spazi sicuri pensando alla salute mentale, ove sentirsi al sicuro in qualsiasi necessità.

Pianificazione della preparazione e della risposta alle emergenze

La preparazione e la pianificazione della sicurezza, implica la creazione di piani di emergenze dettagliati e precisi, la formazione del personale ospedaliero e una competenza precisa della risposta alle emergenze. Ciò include protocolli di comunicazione, procedure di evacuazione pazienti e dipendenti e piani di emergenza che possano dare una continuità ai servizi.

Condurre regolarmente esercitazioni e sessioni di formazione anche per i nuovi arrivati, istruire con cartelli ben esposti i pazienti e i visitatori. La stessa gestione dei visitatori merita un’attenzione in più, in modo che siano preparati a ogni evenienza.

Può essere utile avere uno spazio con forniture di emergenza sempre disponibili come medicinali, cibo, acqua e attrezzature mediche che possano durare anche in caso di calamità durature.

Installare, inoltre, generatori di riserva, fonti idriche supplementari e controllare che tutto ciò sia utilizzabile durante l’emergenza può fare la differenza.

Collaborazione con le agenzie di sicurezza e i primi soccorritori

La collaborazione con le forze dell’ordine e se possibile con le società di vigilanza private, costruisce una rete di sicurezza ancora più completa. Un piano di risposta coordinato e portato avanti in comune, contribuisce a una sicurezza maggiore.

I software aziendali devono essere strutturati in modo che siano condivisibili e testati da entrambe le parti. Devono anche prevedere aggiornamenti continui e punti in comune da perfezionare con esercitazioni.

Programmi di formazione e sensibilizzazione dei dipendenti

Tutti i programmi di sensibilizzazione e di formazione dei dipendenti sono essenziali per mantenere un ambiente ospedaliero sicuro. In ogni luogo che può ritrovarsi in uno stato di emergenza, la formazione del personale è indispensabile per affrontare al meglio anche gli imprevisti.

Ma non solo, l’aggiornamento continuo permette anche di essere sempre attenti e attivi sulle nuove tecnologie, oltre che stimolare e dare fiducia a chi si sente parte integrante del luogo.

Valutazione continua e miglioramento delle misure di sicurezza

Per prevenire potenziali vulnerabilità e violazioni, è fondamentale identificare i punti deboli nel framework di sicurezza della supply chain. Condurre una valutazione completa dei rischi, implementare protocolli di sicurezza in modo adeguato ed eseguire regolarmente test di infiltrazione, sono tutti passaggi necessari per rafforzare la rete e l’infrastruttura di sicurezza.

La possibilità da parte delle organizzazioni di affrontare le criticità prima che vengano sfruttate dall’esterno, è possibile individuando in modo proattivo le aeree di suscettibilità. L’aggiornamento dei protocolli con nuovi interventi di sicurezza coma la crittografia, i sistemi di monitoraggio come i tag e le innovazioni nei controlli di accesso, sono essenziali per sostenere la supply chain.

Condurre controlli di sicurezza regolari, rivedere i piani di emergenza in modo cadenzato e raccogliere feedback dal personale e dalle parti interessate, diventa un percorso necessario per tutte le strutture.

Un approccio completo e proattivo è il cardine di un modello di sicurezza fisica di successo nelle catene di approvvigionamento. La gestione del rischio in ambito sanitario è un insieme complesso di movimenti clinici e amministrativi, procedure, rilevazioni e monitoraggi per prevenire i rischi.

Il sistema sanitario è composto da singoli attori, ma i suoi obiettivi finali (che si tratti di cura e sicurezza), vengono raggiunti attraverso il lavoro di squadra. Ecco perchè la proattività di tutti gli individui coinvolti è la soluzione ai problemi.

Incoraggiare gli amministratori ospedalieri a dare priorità alla sicurezza fisica come aspetto critico della loro strategia di gestione del rischio, e accompagnarli nella cultura della sicurezza, garantirà un ambiente sicuro per pazienti, personale e visitatori.

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